7 punti per la crescita

7 punti per la crescita

Il nostro Paese può superare la fase di attuale crisi solo attraverso un risveglio che sia insieme economico, sociale, politico, culturale e, perché no, spirituale.

Un risveglio corale, ben rappresentato dalla metafora dell’Albero.

L’attuale crisi politica prima ancora che dalla carenza di competenze ha avuto origine da una caduta della tensione etica e dal venir meno di alcuni valori condivisi, e proprio da un ritrovato impegno per il bene comune, nella politica come nella società civile, è necessario ripartire per rispondere ai tanti problemi che in questo momento assillano il nostro Paese.

Lo sviluppo deve creare opportunità perché le persone possano coniugare quello che hanno con quello che sono in termini di relazioni e capacità: una connessione che diventa garanzia di libertà e lo strumento con cui promuovere questo sviluppo è la democrazia.

Partendo da questi presupposti, L’Albero vuole dare il proprio contributo al dibattito politico attuale, proponendo 7 idee per la crescita. Idee, legate principalmente al tema del lavoro e dello sviluppo, elaborate a partire dai contenuti della recente pubblicazione Albero, rivoluzione moderata (edizioni Cleup).

L’intenzione è di mettere al centro la persona, uscendo da schemi ideologici e dalle logiche di contrapposizione.

Una premessa è doverosa: siamo convinti, come ormai i più sostengono, che sia urgente intensificare l’azione di abbattimento del debito pubblico, attraverso una progressiva azione di dismissione di asset pubblici (attivo patrimoniale) e proseguendo l’azione di spending review (agendo sul conto economico) già intrapresa dal Governo, con l’obiettivo di arrivare a breve ad un abbassamento delle imposte per imprese, famiglie e lavoratori, che in questo momento sono strozzati dalle tasse.

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[pane title=”Merito e Trasparenza per rilanciare la competitivitá“]In primo luogo, siamo favorevoli a uno scenario che veda meno Stato, più mercato e più competitività. Un risultato che può essere ottenuto incoraggiando il merito e la trasparenza del mercato del lavoro, attraverso alcune misure specifiche.  Sosteniamo con forza il tavolo sulla produttività, per favorire la contrattazione decentrata, la detassazione per i valori di reddito che si legano ad elementi di produttività (premi di produzione, straordinari..), definendo però criteri chiari di misurazione della crescita dei redditi, in un mercato del lavoro che a nostro avviso è ancora poco trasparente.[/pane]

[pane title=”Un argine alle irregolaritá nel mercato del lavoro“] L’idea di una verifica contrattuale periodica per i lavoratori che non hanno una rappresentanza sindacale, passando anche attraverso canali diversi come può essere un consulente del lavoro piuttosto che un centro per l’impiego:un controllo che può essere gestito con procedure snelle e flessibili e non deve comunque rappresentare un aggravio burocratico per imprese e lavoratori. Questo permetterebbe di far venire a galla molte anomalie, in particolare per alcuni settori:molti lavoratori della piccola-media impresa, nonostante il meritorio impegno dei sindacati, non hanno rappresentanza, non hanno strumenti per far sentire la loro voce, anche se a volte sono sottoposti a situazioni di irregolarità o sfruttamento. Trasparenza, rappresentanza e produttività sono le parole d’ordine per rilanciare il potere d’acquisto dei lavoratori progressivamente eroso negli anni, un percorso che va affiancato da una progressiva riduzione del costo del lavoro per le imprese.[/pane]

[pane title=”Liberare le risorse congelate“]Yabbiamo anche un’idea di facile attuazione per consentire a tutti i dipendenti di avere in tasca maggiore liquidità: liberare tutte le risorse presenti in busta paga e attualmente congelate (vedi ad es. TFR, 13ma, 14ma). Dando la facoltà al lavoratore di riceverle in modo frazionato mensilmente, anziché in un’unica soluzione, si otterrebbe, per esempio, un incremento del 24% del reddito nel settore del commercio e del 15% in quello metalmeccanico*. Per quanto limitata, è una misura che potrebbe dare un po’ di ossigeno a chi vuole investire nel proprio futuro, pensiamo in particolare ai giovani. Inoltre se riuscissimo ad applicare a questo salario mensile aggiuntivo una tassazione del 10%, come per la parte relativa al salario di produttività, ecco che l’incremento sarebbe ancora maggiore. Liberare risorse vuol dire anche agire sul fronte della formazione, ogni fondo disponibile dovrebbe essere impiegato, in particolare ogni azienda ha la facoltà di destinare lo 0.30% dell’accantonamento Inps di ciascun dipendente a questo scopo tramite l’utilizzo dei fondi interprofessionali, una facoltà che non è ancora applicata da tutte le aziende e per questo secondo noi dovrebbe diventare obbligatoria, mettendo in circolo anche queste risorse per l’innovazione e la competitività.

*Per fare un paio di esempi concreti:

un impiegato medio inserito con il contratto del commercio e una retribuzione netta mensile di 1230 euro, inserendo nel salario mensile il tfr, più tredicesima e quattordicesima percepirebbe circa 1.525 euro.

Nel caso di un lavoratore inserito con contratto metalmeccanico con un reddito mensile di circa 1.050 euro, il soggetto avrebbe, visto che per questo contratto non è prevista la quattordicesima una busta paga di 1.210 euro.

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[pane title=”Un freno alla precarietá“]Vanno previsti sgravi contributivi per uno o due anni per gli imprenditori che decidono di assumere a tempo indeterminato. Per l’apprendistato deve valere lo stesso principio, si possono abbassare i termini di durata ad un massimo di 2 anni, ma vanno prolungati fino a 3-4 anni gli sgravi fiscali per quegli imprenditori che decidono di assumere in pianta stabile l’apprendista. Vanno istituiti o rafforzati i fondi di garanzia per quei giovani che vogliono contrarre un mutuo ma non hanno un contratto di lavoro stabile. [/pane]

[pane title=”Tutele per gli autonomi”]Incoraggiare il lavoratore autonomo, inserendo delle tutele che attualmente mancano, come ad esempio la tutela della malattia e gli assegni familiari. Tagliare o dilazionare gli acconti del pagamento delle imposte. Al giorno d’oggi infatti il libero professionista è tenuto a pagare gli acconti d’imposta su un valore presunto e non sul valore effettivo, su un valore che rispecchia l’andamento dell’anno precedente. Oltre al tema della semplificazione, va sollevato con forza il tema della liquidità, concretizzando quanto prima fino in fondo la direttiva europea sui termini di pagamento tra privati e pubblica amministrazione. Vanno poi introdotte almeno le tutele di base per i ricercatori che vivono con borse di studio, assegni di ricerca o contratti a progetto che non prevedono ferie, si interrompono nel caso di maternità, non hanno definizione di orario e hanno un livello previdenziale molto basso.[/pane]

[pane title=”Federalismo a 360°“]Va rilanciato il federalismo non solo nell’ottica di responsabilizzare e gestire in maniera più diretta le risorse prodotte e riscosse nel territorio, ma anche come occasione per valorizzare meglio le specificità territoriali: le bellezze paesaggistiche, culturali ed artistiche, anche nella direzione di uno sviluppo turistico sempre maggiore. Su questa scia non può non inserirsi un’idea di sviluppo che si lega alla qualità dell’ambiente e che passi attraverso una crescita della green economy.[/pane]

[pane title=”La Famiglia al centro“]Bisogna rimettere al centro la famiglia come culla della vita e dello sviluppo, vanno incoraggiate le politiche familiari quali il quoziente famigliare, le detrazioni per le spese, la conciliazione lavoro- famiglia (dal telelavoro alla flessibilità degli orari). In quest’ottica vanno eliminate le discriminazioni, dal punto di vista delle agevolazioni fiscali, che penalizzano chi sceglie di sposarsi rispetto a chi sceglie la convivenza**.  E’ importante inoltre intervenire per quanto possibile su una rimodulazione dell’IMU, anche aumentando le detrazioni. In riferimento alla liberalizzare degli orari di apertura dei negozi anche nei giorni festivi, siamo dell’idea che se si vuole mantenere aperto, è evidente che si deve prevedere l’assunzione di nuove figure, anche stagionali o part-time. Nel caso in cui questi requisiti minimi non venissero osservati non si dovrebbe permettere l’apertura degli esercizi, questo per rispettare il diritto di potersi dedicare alla propria famiglia e ai propri affetti in particolare nel giorno della domenica. Infine anche le misure per la vita devono essere incoraggiate, le politiche per gli asili nido, aziendali e privati vanno potenziate. Nei Paesi Europei, come la Francia, dove famiglia e natalità vengono incoraggiati, i risultati sono risultati evidenti.

 

** Qui di seguito alcuni esempi

  • 1 Al giorno d’oggi gli assegni familiari per una coppia di fatto o convivente hanno un valore maggiore  di quelli ricevuti da chi invece è sposato, in quanto gli assegni familiari vengono calcolati sul nucleo famigliare e non sul singolo individuo. Esempio: coppia con un figlio minore di anni 18 lui reddito da dipendente 18.000, lei reddito da dipendente 18.000.
  • caso A lui e lei sono sposati: Assegno mensile euro 44,75 caso B lui e lei conviventi: Lei chiede ed ottiene assegno mensile di euro 107.28
  • il risparmio a non essere sposati è di euro 750,36 annui
  • 2 Stessa situazione se un imprenditore decide di assumere sua moglie risparmia di meno del caso che  assumesse la sua convivente.

Lui imprenditore commerciale con reddito di euro 40.000, Lei sua dipendente con reddito di euro 18.000

  • Caso a: lui e lei sono sposati: Lui pagherà (su imponibile di 40.000) di irpef 11.190 Lei zero. Totale 11.190
  • Caso B: Lui e lei non sono sposati. Lui pagherà (su imponibile di 22.000) di irpef 4.614, Lei 3.022. Totale 7.636
  • Il risparmio per la coppia non sposata è di euro 3.554
  •  3 analoghi vantaggi per coppie non sposate con due immobili (o perché “seconda casa” in montagna o perché ereditati dai genitori. Lui possiede un immobile con rendita 1000 euro, Lei possiede un immobile con rendita 1000 euro. Caso A lui e lei sono sposati,per legge devono convivere e l’Imu totale pagata sarà (con aliquote base, che ormai nessun comune mantiene) 1748 caso B lui e lei non sono sposati e ognuno ha la residenza (anche se magari solo fittizia) presso il proprio immobile, Imu totale pagata 944
  • Il risparmio per la coppia non sposata è di euro 804

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Bisogna puntare su un’idea di Italia che sappia fare sistema, sappia mettere insieme capacità e creatività, lavorando e dandosi degli obiettivi di crescita che sono quanto mai urgenti. Infine, restiamo convinti che non ci può essere crescita economica se non c’è al contempo anche una crescita sociale.