Non sono così  vecchi i giovani, forse meritano un po’ di attenzione in più

Non sono così vecchi i giovani, forse meritano un po’ di attenzione in più

Il recente dibattito politico cittadino scaturito a seguito dell´ordinanza del sindaco in materia di sicurezza anti degrado in zona Arcella ci permette di fare luce sulle reali difficoltà di noi giovani in questa città. Non è vero quello che afferma, provocatoriamente speriamo, Silvio Scanagatta, nella sua riflessione di Giovedì scorso sul Gazzettino quando dice che “la parte maggioritaria e sana della nostra gioventù sembra sempre più delegare agli adulti il ruolo del cambiamento positivo e di strategia sul futuro. Insomma per fare il mestiere di giovani bisogna avere svariati ‘anta’”. Siamo i primi a sostenere che l´iniziativa del sindaco sia stata giusta: il divertimento, soprattutto quello dei giovani, deve trovare luoghi e spazi idonei ma non deve degenerare come purtroppo si è verificato spesso negli ultimi anni. Non per questa nostra posizione dobbiamo essere tacciati di vecchiume. Soprattutto alla luce del fatto che riteniamo, senza se e senza ma, che il problema resta irrisolto. In una città che vive anche grazie alle migliaia di universitari, e che i giovani vogliono vivere appieno, non esiste uno straccio di progetto serio e concreto per la folla di ragazzi che dilaga per la città ogni notte. I giovani fanno fatica a trovare spazi. Ma i progetti ci sono. Proprio questo è il problema. I giovani non sono quelli che, con una miopia senza pari, molti cercano di descrivere sui giornali e criticano senza conoscere. I giovani sono, purtroppo, quelli inascoltati, quelli che i progetti li hanno, li pensano, li sviluppano, li propongono ma che vengono sempre tenuti in scarsa considerazione. Vogliamo sottolineare questo concetto perché lo abbiamo vissuto, e ancora oggi lo viviamo, nella nostra esperienza come Albero, movimento politico formato principalmente da giovani. Nel 2009 abbiamo fatto la pazzia di candidarci, come lista civica, partendo dalla nostra sensibilità e dall’amore per la città di Padova, abbiamo presentato un progetto innovativo, ambizioso, mettendo assieme le nostre capacità umane e professionali, per un’idea che risvegliasse tutte le anime della nostra città, per guardare alla Padova del futuro.  Abbiamo proposto Padova capitale europea della cultura prima che si parlasse di Venezia, volevamo  aprire un tavolo continuo con l’università per il miglioramento della città aperto anche a ricercatori e studenti, volevamo valorizzare il nostro bagaglio artistico e religioso nella città che ospita la Basilica del Santo e la Cappella degli Scrovegni, spronando il turismoben integrato con gli altri poli provinciali e regionali. Una proposta per Padova anche da un punto di vista di viabilità e dell’attenzione all’ambiente; siamo stati  i primi a proporre la solarizzazione della zona industriale. Avevamo messo in atto una serie di proposte per puntare concretamente ad un’alta qualità della vita, con uno sguardo particolare ai giovani e alle loro difficoltà. Dopo le nostre mille fatiche, secondo voi che interesse c’è stato da un punto di vista mediatico? Scarso, eppure ritenevamo di poter destare almeno un po’ di curiosità dato che di novità particolari la politica padovana non ne esprimeva da anni. Abbiamo continuato con la testardaggine propria di noi giovani anche dopo le elezioni, con ottimi risultati, ma quando si è trattato di presentare progetti e far conoscere e applicare quanto proposto dai giovani per Padova sia il Comune che altre realtà ci hanno lasciato alla porta per mesi… .Abbiamo dovuto aspettare molto meno per ricevere apprezzamenti bipartisan da esponenti di tutte le forze politiche del Parlamento ed essere accolti a Montecitorio dal Presidente della Camera (in tempi non sospetti); tutti ci hanno esortato a continuare apprezzando il nostro lavoro e tenendo in grande considerazione le nostre proposte. Siamo giovani, non amiamo essere polemici e siamo attenti ai contenuti e alle proposte,  non siamo estremisti ma manteniamo la nostro voglia di guardare con ottimismo al futuro. Per quanto se ne dica però, facciamo ancora fatica a trovare degli spazi adeguati per essere ascoltati, e se lo è per noi, siamo convinti lo sia anche per tanti altri. L´acceso dibattito, che ha purtroppo perso in alcuni momenti il giusto tracciato della dialettica e del confronto di idee, ha però evidenziato una cosa: la voglia di noi giovani di non farci lasciare in disparte nelle decisioni che ci riguardano e la perseveranza, la voglia e la tenacia di chi come noi ha a cuore la vita della città e ne sogna e ne progetta il futuro.