una peace economy? possibile !

una peace economy? possibile !

A 60 anni dall’entrata dell’Italia nella seconda guerra mondiale, il ricordo non può non fermarsi su un tale momento che ha segnato il nostro continente e non solo il secolo precedente.  A 60 anni di distanza ci si deve chiedere come dirigere i passi nel futuro evitando il ripetersi di tali tragedie.

Ci tornano alla mente le parole di Papa Giovanni Paolo II durante il giubileo del 2000 a Tor Vergata. In quell’occasione, di fronte a 2 milioni e mezzo di giovani, invitandoci ad essere le “sentinelle del mattino”,  ha rivolto un appello forte a tutti noi: “Se sarete quello che dovete essere – ha detto – incendierete il mondo” e ancora “Voi nel nuovo secolo non vi presterete ad essere strumenti di violenza e distruzione e difenderete la pace”.

Richiamando alla mente queste parole e nel rispetto del sangue di tutti i caduti, non ci si può non interrogare, vista la situazione attuale, su quali strade intraprendere per sperare in un futuro di sviluppo e di pace per tutti.

Il senso di responsabilità che deve toccare le nuove generazioni è grande.

Lo sguardo e la riflessione va all’importanza di creare un mercato che crei strumenti di pace, la cosiddetta Peace Economy.

L’Italia è all’ottavo posto al mondo per spese militari ed è tra i maggiori esportatori di armi: un dato che dimostra come questo settore non ha conosciuto crisi. A riprova di ciò, il fatto che nel 2009 le esportazioni sono cresciute del 61%.

A fronte di questo, il Belpaese, che per tradizione e cuore ha un ruolo da protagonista nel dialogo internazionale per la costruzione di sempre maggiori relazioni di pace tra i vari paesi,  potrebbe essere il primo Stato che comincia a investire in “armi bianche”, armi che blocchino ma che non uccidano, potenziando ricerca e sviluppo in questo settore.  L’utilizzo di tali armi tutelerebbe anche chi va compiere azioni di peace keeping .

Una scelta politica che deve essere fatta per creare un mercato nuovo, tecnologico e altamente qualificato,  e così, anche tramite un’incisiva azione per la definizione di accordi internazionali, la pace potrebbe aiutare la ripresa economica.