Processi decisionali a Padova, quale futuro

Processi decisionali a Padova, quale futuro

Nuovo ospedale, Grande raccordo anulare, la metropolitana di superficie, il centro congressi e il nuovo Auditorium: la realizzazione di queste grandi infrastrutture, ormai da anni al centro del dibattito pubblico cittadino, sembra ancora lontana. Non passa ormai settimana senza che ritornino a galla le contrapposizioni, spesso molto aspre, che dividono le forze politiche e le istituzioni: lo scontro è continuo e ogni volta che sembra si possa fare qualche passo avanti, puntualmente scoppia una nuova polemica e la discussione riparte da zero. La stampa riporta i dati di un dibattito spesso acceso che vede il costituirsi di schieramenti quasi sempre omogenei al colore politico dei protagonisti.L’elevata conflittualità del percorso decisionale unitamente ai tempi lunghi o lunghissimi delle decisioni (o non decisioni) è diventato uno degli aspetti più evidenti per le diverse iniziative.

Prendere decisioni scontenta sempre qualcuno, ma una politica che guarda al bene comune deve essere in grado di fare delle scelte, senza rinviare all’infinito i provvedimenti. Se queste scelte spettano alle istituzioni, i politici devono avere l’umiltà di non considerarsi autosufficienti: vanno tenuti in considerazione anche i pareri degli esperti, che possono rappresentare un prezioso contributo.

Dando un’occhiata ai modi di decidere dei paesi vicini (ad esempio Francia e Svizzera) ci accorgeremmo che viene data particolare attenzione all’aspetto del progetto del percorso decisionale creando le condizioni per un coinvolgimento di diversi soggetti. Non solo i rappresentanti dei cittadini, ma soprattutto i molteplici soggetti istituzionali sono formalmente coinvolti in un’attività informativa e preliminare alla stesura dei progetti ricca di informazioni e con chiare responsabilità e tempi programmati. Vedasi ad esempio la procedura per la dichiarazione di pubblica utilità delle opere in Francia e la procedura dei Mandati di Studio Paralleli in Svizzera.

Forse è giunta l’ora che i cittadini chiedano ai loro amministratori ed alla politica, non solo opere e interventi, ma anche qualità delle decisioni. La nostra città ospita inoltre un ateneo prestigioso, che potrebbe fornire agli amministratori della cosa pubblica un ricco patrimonio di competenze ed esperienze: eppure spesso i docenti, che in molti casi offrirebbero volentieri il loro contributo alla città, non vengono nemmeno interpellati dalle istituzioni del territorio, mentre per il loro livello di competenza sono ricercati anche dall’estero. I tavoli di confronto fra università e pubblica amministrazione non sono mai decollati: è il momento di invertire la rotta.

Infine uno sguardo allo strumento del Project Financing, oggi molto di moda. Non neghiamo che sia uno fra i più importanti strumenti per la realizzazione di opere pubbliche, in particolare oggi di fronte ad una forte contrazione dei fondi disponibili. Un percorso di questo tipo porta dei vantaggi, ma nasconde anche dei rischi. L’esistenza di una cordata di imprenditori e banche non è condizione minima e/o necessaria per arrivare ad approvare un’ infrastruttura. Si deve prima valutare in dettaglio la necessità dell’opera, la corrispondenza ad obiettivi di medio-lungo periodo, la sua sostenibilità a 360°, e tante altre cose ancora. Non dimentichiamo che un’infrastruttura è uno dei mezzi per raggiungere un risultato positivo per la collettività tutta e non per la soddisfazione di pochi.