no al nucleare

no al nucleare

L’ambiente è un tema molto caro ai giovani, quindi al nostro movimento politico giovanile.

Già nel 2009 avevamo manifestato la nostra opinione circa la politica energetica nazionale e regionale allineandoci a quanto espresso da molti scienziati, docenti e ricercatori italiani, in occasione delle elezioni politiche del 2008. A maggior ragione oggi, in vista delle elezioni regionali e alla luce di quanto discusso a Padova sabato scorso durante il convegno sul ritorno del nucleare in Italia e la possibilità della localizzazione di una centrale in Veneto, è doveroso per noi condividere con amici e concittadini il nostro punto di vista.

Riteniamo senza se e senza ma che l’opzione nucleare (nella sua attuale accezione legata alla produzione di energia a mezzo fissione), per molti e gravi motivi, non sia mai stata, non sia ora e non potrà mai essere opportuna. In primis, il nucleare nel nostro paese necessità di abnormi finanziamenti pubblici (si parla di almeno 30 miliardi di euro) e già questa palese antieconomicità del progetto basterebbe a definirlo come di impossibile realizzazione.

Successivamente, il progetto diventa addirittura perverso se consideriamo anche altri fattori in gioco
quali: l’insicurezza intrinseca della filiera tecnologica, le difficoltà a reperire depositi sicuri per le scorie radioattive (in Italia come altrove), la stretta connessione tra nucleare per uso civile e militare, la evidente esposizione ad atti di terrorismo (ricordiamo con apprensione come abbiamo avuto ben due guerre mondiali solo nell’ultimo secolo e come dittatori senza scrupoli abbiano
calcato spregiudicatamente e liberamente le scene del mondo conosciuto).

Si deve riflettere infine, sulle enormi e crescenti disuguaglianze che si verrebbero così a creare tra paesi tecnologicamente avanzati e paesi poveri, nonché la scarsità di combustibili nucleari disponibili sul Pianeta.

La politica energetica nazionale e, a partire da dopo le elezioni di marzo, quella della Regione Veneto, deve pertanto essere radicalmente rivisitata, scartando la fissione nucleare e orientandola allo sviluppo e all’uso delle fonti d’energia rinnovabile quali l’eolica, la geotermica, l’idroelettrica e, in particolare, l’energia solare nelle varie forme in cui può essere convertita. Non dobbiamo dimenticare di sostenere la ricerca sulle tecniche di produzione energetica compatibili e rinnovabili come la fusione nucleare che si sta sperimentando nei centri di ricerca padovani da almeno vent’anni. Dobbiamo avere il coraggio di portare avanti questa politica anche con progetti forti ed impegnativi; un esempio: a Padova per primi abbiamo proposto la solarizzazione della zona industriale durante le scorse elezioni amministrative. Tale proposta, favorevolmente accettata dai politici e dai cittadini dovrebbe essere allargata a tutte le altre realtà del Veneto. Non dimentichiamoci che una politica energetica sostenibile e basata sull’energia del sole è oramai anche una priorità di sviluppo economico ed occupazionale per una regione come la nostra che è capofila in questo settore.