Verso una nuova rappresentanza: le proposte dell’Albero

Verso una nuova rappresentanza: le proposte dell’Albero

Il referendum di Mirafiori approvato con il sì del 54 % dei votanti due settimane fa, ha avuto il merito di riprendere l’attenzione sul tema della rappresentanza in azienda. Come sappiamo è ormai in moto da diversi anni l’attenzione a integrare modelli contrattuali collettivi o centralizzati con quelli decentrati o aziendali, legati alla sfera della produttività, che avrebbero il compito di spingere verso una crescita reddituale che si armonizzi ad una crescita delle aziende, e che si concretizzerebbe nella formula “condivisione risultati e obiettivi”.
Il nostro movimento è sempre stato favorevole alla promozione di modelli con queste finalità, che introducano elementi che premino il merito, l’ambizione di lavorare con migliore qualità e motivazione e che infine incidano positivamente sul reddito del lavoratore.
Da questo punto di vista non possono che non essere incoraggiate le misure del governo che sono andate a detassare premi di produzione, straordinari ed elementi che si leghino a produttività. Nell’ultima legge finanziaria infatti il ministro Sacconi è riuscito a includere in tali misure i redditi fino a 40mila euro anni. Al di là delle risorse stanziate che potrebbero essere maggiori per tali fini, la nostra considerazione non vuole alimentare polemiche, ma vuole portare l’attenzione sull’effettiva applicabilità di tali misure.
Ci sono due punti per noi importanti da sottolineare, il primo riguarda il ruolo svolto oggi in Italia dal sindacato e il secondo riguarda la realtà aziendale nazionale.
Riguardo lo scenario sindacale, al giorno d’oggi possiamo dire che il sindacato va a rappresentare nella maggior parte dei casi il lavoratore della grande impresa, la pubblica amministrazione e i pensionati. Una miriade di lavoratori si trovano così senza rappresentanza: i lavoratori dipendenti che operano nella piccola media impresa, comprese le figure atipiche precarie, gli stagisti e anche molte figure professionali con partita iva che potrebbero benissimo essere assoggettate a lavoro dipendente.
Ci troviamo così di fronte a una spaccatura sempre più evidente tra i lavoratori che sono più che rappresentati e tutelati, e chi invece non trova chi gli si fa da garante.
Dall’altra abbiamo una realtà aziendale fatta di piccole e medie dimensioni che rappresenta la gran parte del sistema produttivo del paese, che si configura differentemente dalla grande impresa e dove i sindacati sono in gran parte inesistenti.
E’ doveroso in questo momento trovare un nuovo punto di equilibrio, e per questo lo Stato deve tornare ad essere presente e garante in particolare per i soggetti più deboli.
In primo luogo siamo tra i promotori dell’obbligo di rappresentanza o di verifica contrattuale da parte di tutti i lavoratori: se ciascun lavoratore avesse non solo il diritto ma anche il dovere di ricevere obbligatoriamente delle verifiche contrattuali, molte anomalie verrebbero meno. Questa funzione potrebbe essere svolta non solo dal sindacato, ma anche da un consulente del lavoro o dagli stessi servizi per l’impiego.
E’ necessario creare un clima assolutamente il più trasparente possibile perchè ciascuno si senta incoraggiato e tutelato nel lavoro.
Altro punto riguarda la produttività: dal momento che si promuove la contrattazione decentrata e aziendale, bisognerebbe riuscire a trovare dei criteri per cui la crescita venga distribuita e a nostro avviso anche qui lo stato deve fare la sua parte.
La riflessione deve essere fatta tenendo conto del tessuto produttivo locale. Non riesce difficile pensare che in una realtà estremamente dinamica come quella del NordEst, in particolare negli anni passati, se tali incrementi si fossero ripercossi su aumenti salariali anche solo in parte, avremo visto un aumento reddituale ben oltre il tasso d’inflazione con degli effetti moltiplicatori sulla domanda interna estremamente importanti con conseguenze anche sull’occupazione.
Di conseguenza rappresentanza, trasparenza e produttività configurano quel volano estremamente importante per rilanciare l’economia locale e nazionale, con la fiducia di rilanciare il potere d’acquisto dei lavoratori da troppo tempo eroso.
Solo un processo effettivamente con questi presupposti può rimettere in moto la fiducia ed evitare che dietro a delle buone intenzioni ci siano delle ulteriori perdite in particolare nei confronti dei lavoratori.

Alessandro